Scafisti, reato universale «Ma non è la soluzione»

L'Arena

– di Paolo Mozzo –

[…] Roberto Flor, docente dal vasto curriculum ed attualmente coordinatore scientifico della sede di Verona del centro universitario interateneo di Verona e Trento per le Scienze della Sicurezza e delle Criminalità, qualche dubbio lo manifesta. «Si tratta di un uso molto forte del diritto penale, sicuramente non privo di criticità». Il fenomeno migratorio è ormai inarrestabile. La tragedia in mare a Steccato di Cutro, con 79 vittime (molte delle quali minorenni) e una scia di polemiche politiche che non accenna a spegnersi, segna comunque un confine. Può funzionare la linea sottesa a questo decreto? «Sicuramente il “reato universale“ è una fattispecie particolarmente grave, proprio perché prevede la repressione, ovunque e per chiunque lo commetta, sulla base della legge italiana. Ovvero per chi “promuova, finanzi, diriga, effettui o compia altri atti per favorire gli ingressi illegali nel territorio dello Stato“. Ma qui si scontrano l’aspetto criminologico e del diritto positivo». In che senso? «Lo scafista di fatto è solamente l’ultimo anello della catena e probabilmente sarà anche la sola persona ad essere individuata, catturata e sottoposta a processo. Pure essendo spesso, egli stesso, un migrante cui è stato garantito, gratuitamente o dietro un corrispettivo monetario, il viaggio, a patto di condurre la “carretta del mare“. Personalmente sono piuttosto scettico su questo uso del diritto penale». […]

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